Pitagora. Volumi oltre i 450 milioni nei primi 6 mesi dell’anno ed EBT in crescita
data di pubblicazione:
21 luglio 2023
ultimo aggiornamento:
21 luglio 2023
Intervista su AziendaBanca a Edoardo Saletta, Direttore Amministrazione, Finanza e Pianificazione di Pitagora S.p.A.
Con un utile netto pari a 5,77 milioni di euro, Pitagora registra alla fine di giugno 2023 risultati in crescita: i volumi hanno infatti superato quota 450 milioni di euro. Crescono anche i nuovi canali di distribuzione, come l’online, e si rafforza il modello delle partnership bancarie.
Nonostante il forte rialzo dei tassi, l’avanzare dell’inflazione e l’aumento del costo del denaro, Pitagora ha presentato nel primo semestre dell’anno volumi in crescita a doppia cifra (+16,6% sullo stesso periodo del 2022), chiudendo i primi sei mesi del 2023 con un utile netto oltre i 5 milioni di euro. A commentare i risultati è Edoardo Saletta, Direttore Amministrazione, Finanza e Pianificazione di Pitagora, intervistato da AziendaBanca.
Come sta cambiando lo scenario macro economico: quali sono i cambiamenti più significativi rispetto al 2022 e quali le previsioni per l’anno in corso?
Il primo semestre 2023 ha visto come attore protagonista l’andamento tassi in forte rialzo dovuta alla crisi inflattiva post Covid e alla carenza di liquidità sui mercati. In relazione al rialzo tassi ciò che maggiormente colpisce è la rapidità con cui sono determinate, da parte della BCE, tempistiche che non trovano precedenti nella storia del cost of funding. A questo fenomeno, non sicuramente trascurabile, si è aggiunto sia il drenaggio di liquidità derivante dal rifinanziamento del debito pubblico, che ha ridotto i depositi e investimenti presso le Banche, sia la scadenza dei programmi relativi alle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, TLTRO), che offrivano agli enti creditizi dell’area dell’euro finanziamenti con scadenze pluriennali diretti a migliorare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, sostenendo l’erogazione del credito bancario all’economia reale.
Quali sono i principali trend che emergono sull’evoluzione del business della cessione del quinto e con quali conseguenze sul mercato?
L’effetto combinato dei fenomeni sopra descritti, visto la riduzione dell’offerta a domanda costante e a un maggior costo di rifinanziamento in BCE (REFI), hanno determinato un incremento del costo della materia prima finanziaria, il denaro, che le società, anche in virtù dell’andamento dei tassi medi mercato di Banca d’Italia, non hanno pienamente ribaltato sui clienti finali, con effetti di Conto Economico. Il mercato del Credito al Consumo utilizza tassi fissi che, con queste dinamiche, ha visto ridurre in modo consistente la marginalità netta degli Impieghi in essere e la necessità di modifiche dei Tan cliente. In relazione a quest’ultimo punto, i vincoli e logiche di determinazione delle rilevazione Banca d’Italia e dei cosiddetti tassi soglia, hanno impedito un recupero sui tassi d’uscita Cliente del maggior costo funding. Tale fenomeno è ancora più evidente sulla Cessione del Quinto, prodotto che ha visto la minor crescita dei tassi medi tra tutti i prodotti oggetti della rilevazione. In relazione agli scenari prospettici, la turbolenza in atto rende difficile previsioni, ma l’inflazione ancora alta e il Gap di BCE rispetto alla FED fa ipotizzare ulteriori aumenti per tutto il 2023.