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Pitagora: più flessibilità e welfare dopo la pandemia

Intervista su AziendaBanca a Fabio Capra, Vice Direttore Generale di Pitagora S.p.A.

In breve tempo, Pitagora ha introdotto nuove misure di flessibilità per migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavorativa dei dipendenti. Ed è partito il progetto del welfare aziendale.

Il desiderio di un nuovo equilibrio tra vita privata e lavorativa è una delle poche eredità positive della pandemia di Covid-19. In Pitagora, azienda specializzata in prestiti con Cessione del Quinto del Gruppo Banca di Asti, nel giro di brevissimo tempo sono state introdotte tre iniziative che vanno proprio nella direzione di innovare il concetto di welfare e benessere dei dipendenti.

Uno smart working istituzionalizzato
Il primo pilastro è l’introduzione di regole stabili e comuni per lo smart working e il lavoro da remoto.
«Questa modalità operativa è stata istituzionalizzata – racconta Fabio Capra, Vice Direttore Generale di Pitagora –, uscendo dalla logica emergenziale del periodo pandemico. Abbiamo introdotto delle regole che permettono alle persone di concordare con il proprio responsabile un giorno di lavoro da remoto a settimana».

L’ufficio è fondamentale
Una formula che mira a fare tesoro proprio di quanto appreso durante il Covid. «Continuiamo a credere nell’importanza della vita aziendale – precisa Capra – e quindi del contatto, dell’interazione costante con i colleghi, insomma dei vantaggi indubbi della fisicità degli uffici. Ma, allo stesso tempo, abbiamo imparato che un certo margine di flessibilità può permettere di raggiungere un migliore equilibrio tra la vita personale e quella lavorativa: uno smart working domestico un giorno a settimana può infatti aiutare a rispondere a una serie di esigenze della persona».

Orario flessibile
Il secondo pilastro va nella medesima direzione: aumentare la flessibilità dell’orario lavoro, permettendo alle persone di “modulare” l’orario di ingresso e uscita, in base alle necessità quotidiane o estemporanee.
«Abbiamo ampliato le fasce orarie di ingresso al mattino – spiega Capra – consentendo di entrare dalle 8 e di modulare il tempo della pausa pranzo da un minimo di 30 minuti a un massimo di 120. Dalle 17 in poi si può uscire dall’ufficio. Questa misura è piaciuta moltissimo, perché è una flessibilità sempre disponibile e modellabile sulle esigenze della singola giornata»

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